René Jules Lalique (1860-1945)
È stato un grandissimo orafo, vetraio e disegnatore francese di fama mondiale distinguendosi sia nel movimento Art Nouveau che nell’Art Dèco con sorprendenti creazioni raffiguranti prevalentemente elementi naturali, animali e nudi femminili. Le invenzioni di Lalique vanno oltre i materiali preziosi e l’oreficeria, plasma avorio, corno, madreperla, tartaruga, bronzo e vetro, impreziosite dall’aggiunta di smalti, di grande originalità e qualità.
Nel 1884 nasce la ditta Lalique & Varenne, a Parigi. I disegni di Lalique sono esposti al Salon National des Arts Industriels organizzati al louvre in occasione della presentazione dei Gioielli della Corona nella Sala delle Nazioni.
Tra le sue committenze troviamo le attrici Sarah Bernhardt e Julia Barthet, e importanti uomini d'affari e collezionisti, ai quali reinterpretava ad arte e fantasia parures, pendenti, diademi, colliers, pettini, anelli e bracciali.
Dopo aver lavorato per i grandi nomi della gioielleria parigina Aucoc, Acno, Cartier, Gariod, Jacta, Renn, nel 1885, rileva il suo primo atelier da Jules Destapes.
Al 1890 risalgono i primi lavori in vetro utilizzando smalti e incisione. Spronato dal direttore della Saint-Gobain, fornitore dei blocchi di cristallo per i suoi lavori, inizia a creare vasi e coppette con la tecnica della cera persa, che esporrà, in una vetrina di sua invenzione, al Salone di Parigi alla fine del 1900 dove viene premiato per le sue originalissime opere considerate un'alta espressione d'arte decorativa architettonica, scultorea, pittorica e vetraria riconosciute a livello mondiale e nel 1902 all'Esposizione Internazionale di Arti Decorative Moderne di Torino.
Apre un nuovo atelier a Clairefontaine, dove inizia a produrre in serie vetri dalle forme innovative realizzate in soffiatura dentro uno stampo in metallo con la canna a bocca, (ma nel suo caso, il più delle volte per mezzo di un tubo di gomma con un rubinetto regolabile, collegato all'impianto, che immette direttamente aria compressa nella canna e vetro o cristallo allo stato vischioso).
Lalique affida parte della produzione alle macchine riservandosi soltanto la parte decorativa e di rifinitura a freddo come l'incisione ad acido o al getto di sabbia, la smerigliatura o satinatura, la smaltatura che richiedeva successivamente una cottura in forno a bassa temperatura o la patinatura che consentiva un’infinità di varianti, con svantaggio di una pittura più delicata ai lavaggi non potendola fissare a caldo.
Nel 1905 apre il suo primo negozio al dettaglio in place Vendôme. Dal 1912 usa unicamente il vetro per la lavorazione dei gioielli eliminando gli altri materiali studiando e disegnando personalmente l’infinita varietà dei modelli per vasi, coppe, piatti, statuine, orologi, soprammobili, candelieri, caraffe, bicchieri, bomboniere, scatole, rivestimenti da bagno, portacenere, bruciaprofumi, specchi, portaritratti, oggetti religiosi, calamai, buvards, boccette,fermalibri, tappi per radiatori, lampade da tavolo, lampadari, plafoniere, appliques, flaconi di profumi, vaporizzatori, portacipria e gioielli in vetro, ognuno intitolato, numerato e riportato nei cataloghi verificabile R. Lalique del 1932 e R. Lalique di Félix Marcilhac del 1989.
Ai lavori di Lalique prodotti tra gli anni Venti e gli anni Trenta si sono ispirati i maestri vetrai di tutto il mondo, probabilmente i più copiati dell’intera storia del design vetraio.
Nel 1884 nasce la ditta Lalique & Varenne, a Parigi. I disegni di Lalique sono esposti al Salon National des Arts Industriels organizzati al louvre in occasione della presentazione dei Gioielli della Corona nella Sala delle Nazioni.
Tra le sue committenze troviamo le attrici Sarah Bernhardt e Julia Barthet, e importanti uomini d'affari e collezionisti, ai quali reinterpretava ad arte e fantasia parures, pendenti, diademi, colliers, pettini, anelli e bracciali.
Dopo aver lavorato per i grandi nomi della gioielleria parigina Aucoc, Acno, Cartier, Gariod, Jacta, Renn, nel 1885, rileva il suo primo atelier da Jules Destapes.
Al 1890 risalgono i primi lavori in vetro utilizzando smalti e incisione. Spronato dal direttore della Saint-Gobain, fornitore dei blocchi di cristallo per i suoi lavori, inizia a creare vasi e coppette con la tecnica della cera persa, che esporrà, in una vetrina di sua invenzione, al Salone di Parigi alla fine del 1900 dove viene premiato per le sue originalissime opere considerate un'alta espressione d'arte decorativa architettonica, scultorea, pittorica e vetraria riconosciute a livello mondiale e nel 1902 all'Esposizione Internazionale di Arti Decorative Moderne di Torino.
Apre un nuovo atelier a Clairefontaine, dove inizia a produrre in serie vetri dalle forme innovative realizzate in soffiatura dentro uno stampo in metallo con la canna a bocca, (ma nel suo caso, il più delle volte per mezzo di un tubo di gomma con un rubinetto regolabile, collegato all'impianto, che immette direttamente aria compressa nella canna e vetro o cristallo allo stato vischioso).
Lalique affida parte della produzione alle macchine riservandosi soltanto la parte decorativa e di rifinitura a freddo come l'incisione ad acido o al getto di sabbia, la smerigliatura o satinatura, la smaltatura che richiedeva successivamente una cottura in forno a bassa temperatura o la patinatura che consentiva un’infinità di varianti, con svantaggio di una pittura più delicata ai lavaggi non potendola fissare a caldo.
Nel 1905 apre il suo primo negozio al dettaglio in place Vendôme. Dal 1912 usa unicamente il vetro per la lavorazione dei gioielli eliminando gli altri materiali studiando e disegnando personalmente l’infinita varietà dei modelli per vasi, coppe, piatti, statuine, orologi, soprammobili, candelieri, caraffe, bicchieri, bomboniere, scatole, rivestimenti da bagno, portacenere, bruciaprofumi, specchi, portaritratti, oggetti religiosi, calamai, buvards, boccette,fermalibri, tappi per radiatori, lampade da tavolo, lampadari, plafoniere, appliques, flaconi di profumi, vaporizzatori, portacipria e gioielli in vetro, ognuno intitolato, numerato e riportato nei cataloghi verificabile R. Lalique del 1932 e R. Lalique di Félix Marcilhac del 1989.
Ai lavori di Lalique prodotti tra gli anni Venti e gli anni Trenta si sono ispirati i maestri vetrai di tutto il mondo, probabilmente i più copiati dell’intera storia del design vetraio.
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